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HERBISLAND
Dispositivo medico a base di estratti naturali di lichene islandico raccomandato per alleviare la tosse secca, la raucedine e l'irritazione delle mucose della faringe e della bocca in adulti e bambini dai 12 anni in su.
L'estratto secco di lichene islandico è ricco di mucillagini idrosolubili, che ricoprono e proteggono la mucosa della bocca e della faringe, offrendo un'idratazione profonda e un sollievo immediato.
I componenti principali dell'estratto secco sono mucillagini con polisaccaridi, che formano un film protettivo sulla mucosa delle vie respiratorie superiori. Questo strato aiuta ad alleviare l'irritazione della mucosa, come in caso di mal di gola o raucedine, e a sopprimere la tosse secca causata da stimoli esterni. Inoltre, le mucillagini trattengono l'acqua sulla superficie della mucosa, fornendo un'idratazione profonda alla mucosa orale e faringea irritata e secca. In questo modo, proteggono la mucosa della bocca e della faringe dagli agenti dannosi, come aria secca o inquinata. Quando la mucosa è danneggiata, questa protezione aiuta a lenirla e accelerarne il recupero.
Modalità d'uso
Adulti e bambini dai 12 anni in su: 1 pastiglia fino a 8 volte al giorno.
Sciogliere la pastiglia in bocca. Per massimizzare l'efficacia delle pastiglie di Herbisland, evitare di mangiare o bere subito dopo l'assunzione. Questo garantisce che il prodotto rimanga a lungo sulla mucosa orale e faringea, offrendo un sollievo ottimale. Per favorire il miglioramento dei sintomi è consigliabile consumare tè o altre bevande calde, evitando però di farlo immediatamente dopo l'assunzione di Herbisland pastiglie.
Questo prodotto può essere utilizzato per un periodo prolungato. Si consiglia di continuare l'uso per alcuni giorni anche dopo la scomparsa dei sintomi. Se i sintomi persistono oltre 7 giorni, consultare un medico.
Componenti
Ogni pastiglia contiene 3 mg di estratto secco di Cetraria islandica (L.) Acharius s.l., tallo (equivalente a 90-120 mg di lichene islandico).
Solvente di estrazione: acqua.
Gli altri ingredienti sono acido ascorbico, mannitolo, acido malico, sucralosio, aroma naturale di arancia, aroma naturale di agrumi (butilidroxitoluene), colorante olio di curcuma e isomalto. Gli eccipienti usati nell'estratto sono isomalto e silice colloidale anidra.
Avvertenze
Uso oromucosale. Sciogliere la pastiglia in bocca.
Per favorire il miglioramento dei sintomi è consigliabile consumare tè o altre bevande calde, evitando però di farlo immediatamente dopo l'assunzione di Herbisland pastiglie.
Tenere fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
Se si manifestano effetti indesiderati, rivolgersi al medico o al farmacista. È incluso qualsiasi possibile effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo. In caso di incidente grave correlato al dispositivo medico informare il Fabbricante o l'autorità competente.
Formato
Confezione da 16 pastiglie.
HERBISLAND SCIROPPO
Dispositivo medico a base di estratti naturali di lichene islandico raccomandato per:
- tosse secca e irritante;
- raucedine;
- mal di gola.
L'estratto denso di lichene islandico è ricco di mucillagini idrosolubili, che ricoprono e proteggono la mucosa della bocca e della faringe, offrendo un'idratazione profonda e un sollievo immediato.
Modalità d'uso
Adulti e adolescenti sopra i 16 anni: 15 ml di sciroppo 4 volte al giorno.
Bambini di età compresa tra 10 e 16 anni: 10 ml di sciroppo 4 volte al giorno.
Bambini di età compresa tra 4 e 10 anni: 5 ml di sciroppo 4 volte al giorno.
Bambini di età compresa tra 1 e 4 anni: 2,5 ml di sciroppo 4 volte al giorno.
Questo prodotto può essere utilizzato per un periodo prolungato. Si consiglia di continuare l'uso per alcuni giorni anche dopo la scomparsa dei sintomi. Se i sintomi persistono oltre 7 giorni, consultare un medico.
Componenti
1 ml di sciroppo contiene 6 mg di estratto denso di Cetraria islandica (L.) Acharius s.l., tallo, equivalente a 96-108 mg di lichene islandico. Solvente di estrazione: acqua purificata. Gli altri ingredienti sono sorbitolo liquido (non cristallizzante) (E420), gomma xantana, benzoato di sodio, acido citrico monoidrato, aroma di limone (etanolo).
Avvertenze
Uso orale.
Per favorire il miglioramento dei sintomi è consigliabile consumare tè o altre bevande calde, evitando però di farlo immediatamente dopo l'assunzione di Herbisland sciroppo.
Tenere fuori dalla vista e dalla portata dei bambini. Agitare il flacone prima dell'uso. Dopo la prima apertura, non è necessario conservare il prodotto in frigorifero.
In caso di reazione allergica, interrompa l'uso del prodotto e consultare un medico.
Conservazione
Non conservare a temperature superiori a 25°C.
Validità post-apertura: 3 mesi.
Formato
Flacone da 150 ml.
Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di pantoprazolo come pantoprazolo sodico sesquidrato. Eccipiente con effetti noti: - sorbitolo (E420): 18 mg/compressa Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
EccipientiNucleo della compressa: mannitolo, crospovidone (tipo B), sodio carbonato, sorbitolo (E420), calcio stearato. Film di rivestimento: ipromellosa, povidone, titanio diossido (E 171), ferro ossido giallo (E 172), glicole propilenico, acido metacrilico-etilcrilato copolimero (1:1) dispersione 30%, sodio laurilsolfato, polisorbato 80, macrogol 6000, talco.
Indicazioni terapeuticheTrattamento a breve termine dei sintomi da reflusso (ad es. pirosi, rigurgito gastrico) negli adulti.
Controindicazioni/Effetti indesideratiIpersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Non è raccomandata la co-somministrazione di pantoprazolo con gli inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir, nelfinavir, a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).
PosologiaPosologia: La dose raccomandata è di 20 mg di pantoprazolo (una compressa) al giorno. Per ottenere un miglioramento dei sintomi può essere necessario assumere le compresse per 2-3 giorni consecutivi. Una volta avvenuto il sollievo completo dei sintomi, il trattamento deve essere interrotto. Il trattamento non deve superare le 4 settimane senza consultare medico. Nel caso in cui non si ottenga un sollievo dei sintomi entro 2 settimane di trattamento continuato, il paziente deve essere informato di consultare il medico. Popolazioni speciali: Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani o nei pazienti con funzionalità renale o epatica compromessa. Popolazione pediatrica: L’uso di Sedipanto non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni di età a causa dei dati insufficienti sulla sicurezza e sull’efficacia. Modo di somministrazione: Sedipanto 20 mg compresse gastroresistenti non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con un po’ di acqua prima di un pasto.
ConservazioneConservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità. Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
AvvertenzeI pazienti devono essere istruiti a consultare il medico se: - manifestano perdita di peso non intenzionale, anemia, sanguinamento gastrointestinale, disfagia, vomito persistente o vomito con sangue, in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi di una condizione grave. In questi casi, la natura maligna deve essere esclusa; - hanno avuto ulcera gastrica pregressa o interventi chirurgici gastrointestinali; - sono in trattamento sintomatico continuato per indigestione o pirosi da almeno 4 settimane o più; - hanno ittero, compromissione epatica o malattia epatica; - hanno qualsiasi altra grave patologia che compromette lo stato di salute generale; - hanno più di 55 anni con sintomi nuovi o recentemente cambiati. I pazienti con sintomi ricorrenti a lungo termine di indigestione o pirosi devono recarsi dal medico ad intervalli regolari. In particolare i pazienti al di sopra dei 55 anni che assumono giornalmente rimedi per l’indigestione o la pirosi senza prescrizione devono informarne il medico o il farmacista. I pazienti non devono assumere in concomitanza un altro inibitore della pompa protonica o un antagonista H2. I pazienti che devono sottoporsi a un’endoscopia o al test del respiro per l’urea devono consultare il medico prima di assumere questo medicinale. I pazienti devono essere informati che le compresse non hanno lo scopo di fornire un sollievo immediato. I pazienti possono iniziare ad avvertire un miglioramento dei sintomi dopo circa un giorno di trattamento con pantoprazolo, ma può essere necessario assumerlo per 7 giorni per ottenere il pieno controllo della pirosi. I pazienti non devono assumere pantoprazolo come terapia di prevenzione. Infezioni gastrointestinali causate da batteri: La ridotta acidità gastrica, dovuta a qualsiasi motivo - inclusi gli inibitori della pompa protonica - aumenta la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con medicinali che riducono l’acidità gastrica può portare ad un modesto incremento del rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri quali Salmonella, Campylobacter e C. difficile. Lupus cutaneo subacuto eritematoso (LECS): Gli inibitori della pompa protonica sono associati con casi molto rari di LECS. In caso di lesioni, soprattutto nelle zone della pelle esposte al sole, e se accompagnati da artralgia, il paziente deve prontamente richiedere assistenza medica e il medico deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento con Sedipanto. La comparsa di LECS dopo un precedente trattamento con un inibitore della pompa protonica può aumentare il rischio di LECS con altri inibitori della pompa protonica. Interferenza con esami di laboratorio: Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Sedipanto deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica. Questo medicinale è inteso solo per l'uso a breve termine (fino a 4 settimane) (vedere paragrafo 4.2). I pazienti devono essere avvisati sui rischi aggiuntivi dell'uso a lungo termine del medicinale e la necessità di prescrizione e di monitoraggio regolare. I seguenti rischi aggiuntivi sono considerati rilevanti nell'suo a lungo termine: Influenza sull'assorbimento della Vitamina B12: Il pantoprazolo, come tutti i farmaci inibenti la secrezione acida, può ridurre l'assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) dovuto a ipocloridria o acloridria. Questa eventualità deve essere considerata nella terapia a lungo termine in pazienti con depositi ridotti o fattori di rischio che riducono l`assorbimento della vitamina B12 o in presenza dei sintomi clinici corrispondenti. Fratture dell’osso: Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio. Ipomagnesiemia: È stata osservata grave ipomegnesiemia in pazienti trattati per almeno tre mesi con inibitori di pompa come pantoprazolo e in molti casi per un anno. Possono verificarsi casi gravi di ipomegnesiemia come stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare ma possono manifestarsi inizialmente in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio all’inizio e periodicamente nei pazienti in trattamento con inibitori di pompa per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici). Sedipanto contiene sorbitolo. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.
InterazioniSedipanto può ridurre l’assorbimento delle sostanze attive la cui biodisponibilità dipende da pH gastrico (per es. ketoconazolo). Inibitori della proteasi HIV: La somministrazione contemporanea di di pantoprazolo non è raccomandata con inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir, nelfinavir, a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.3). Sebbene negli studi clinici di farmacocinetica non siano state osservate interazioni durante il trattamento concomitante con fenprocumone o warfarin, alcuni casi isolati di variazione dell’International Normalized Ratio (INR) durante il trattamento concomitante sono stati rilevati nel periodo post-marketing. Quindi, nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici (es. fenprocumone o warfarin), si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR quando si inizia il trattamento con pantoprazolo, quando si interrompe o quando viene somministrato in maniera discontinua. È stato dimostrato che l’uso concomitante di alte dosi di metotrexato (per es. 300 mg) e di inibitori di pompa può aumentare i livelli sierici di metotrexato in alcuni pazienti. Può essere presa in considerazione una temporanea sospensione del pantoprazolo. Pantoprazolo è metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. Non sono state osservate interazioni significative in test specifici con carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo. Tuttavia non può essere esclusa un’interazione del pantoprazolo con altre sostanze metabolizzate dallo stesso sistema enzimatico. Non ci sono state interazioni con antiacidi somministrati in concomitanza.
Effetti indesideratiRiassunto del profilo di sicurezza: Ci si può aspettare che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco. Le reazioni avverse più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa l’1% dei pazienti. Elenco tabulare delle reazioni avverse: Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate con pantoprazolo. Nella tabella seguente, le reazioni avverse sono classificate in base alla classificazione di frequenza MedDRA: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 1. Effetti indesiderati con pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing.
| Frequenza Classificazione per sistemi e organi | Comune | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
| Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitopenia; Leucopenia Pancitopenia | |||
| Patologie del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | ||||
| Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); variazioni ponderali | Iponatriemia Ipomagnesiemia | |||
| Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e ogni peggioramento) | Disorientamento (e ogni peggioramento) | Allucinazioni; confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l'aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) | |
| Patologie del sistema nervoso | Cefalea Capogiri | Disturbi del gusto | |||
| Patologie dell’occhio | Disturbi della visione/visione offuscata | ||||
| Patologie gastrointestinali | Polipi della ghiandola fundica (benigni) | Diarrea; Nausea / vomito; Distensione addominale e gonfiore; Stipsi; Bocca secca; Dolore e disturbi addominali | Colite microscopica | ||
| Patologie epatobiliari | Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT) | Aumento della bilirubina | Lesione epatocellulare; itterizia; insufficienza epatocellulare | ||
| Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | irritazione cutanea/esantema/eruzione; prurito | Orticaria; angioedema | Sindrome di Stevens-Johnson; sindrome di Lyell; eritema multiforme; fotosensibilità; Lupus cutaneo subacuto eritematoso (vedere paragrafo 4.4) | ||
| Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Frattura del polso, dell’anca e della colonna vertebrale | Artralgia; mialgia | |||
| Patologie renali e urinarie | Nefrite interstiziale | ||||
| Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia, affaticamento e malessere | Elevata temperatura corporea; edema periferico | |||
| Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ginecomastia |
Sintomi Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell’uomo. Dosi fino a 240 mg somministrate per via endovenosa in 2 minuti sono state ben tollerate. Somministrazione Poiché pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine, non è prontamente dializzabile. In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, non possono essere fatte specifiche raccomandazioni terapeutiche, tranne per un trattamento sintomatico e di supporto.
Gravidanza e allattamentoGravidanza: Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del pantoprazolo in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva. Gli studi preclinici non hanno rilevato evidenze di fertilità compromessa o effetti teratogenici (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Il pantoprazolo non deve essere usato durante la gravidanza. Allattamento: Pantoprazolo/metaboliti sono stati identificati nel latte materno. Gli effetti del pantoprazolo su neonati/infanti è sconosciuta. Sedipanto non deve essere usato durante l’allattamento. Fertilità: Negli studi su animali non è stata evidenziata compromissione della fertilità a seguito della somministrazione di pantoprazolo (vedere paragrafo 5.3).
Ogni ml di spray per mucosa orale, soluzione contiene 1,5 mg di benzidamina cloridrato e 5 mg di cetilpiridinio cloruro. Una erogazione contiene 0,1 ml di spray per mucosa orale, soluzione, contenente 0,15 mg di benzidamina cloridrato e 0,5 mg di cetilpiridinio cloruro. Eccipiente(i) con effetti noti: - Etanolo: 26 mg/per ciascuna erogazione Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
EccipientiEtanolo (96 per cento) Glicerolo (E422) Macrogolglicerolo idrossistearato Sodio saccarinato (E954) Olio di menta piperita Acqua purificata
Indicazioni terapeuticheSeptafar spray per mucosa orale, soluzione è indicato negli adulti e nei bambini al di sopra dei 6 anni di età per il trattamento antinfiammatorio, analgesico ed antisettico nelle irritazioni della gola, della bocca e delle gengive, nelle gengiviti, faringiti e laringiti e prima e dopo estrazioni dentarie.
Controindicazioni/Effetti indesideratiIpersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Bambini di età inferiore ai 6 anni poiché la forma farmaceutica non è adatta a questa fascia di età.
PosologiaPosologia Adulti: per una dose singola, premere l’erogatore una o due volte. Questa operazione può essere ripetuta ogni 2 ore, 3-5 volte al giorno. Per un effetto ottimale, si raccomanda di non usare il prodotto immediatamente prima o dopo aver lavato i denti. Non superare le dosi consigliate. Septafar può essere usato fino a 7 giorni. Pazienti anziani La dose raccomandata è la stessa degli adulti. Popolazione pediatrica Bambini al di sopra di 12 anni di età: per una dose singola, premere l’erogatore una o due volte. Questa operazione può essere ripetuta ogni 2 ore, 3-5 volte al giorno. Bambini da 6 a 12 anni di età: Septafar deve essere usato in questa fascia d'età solo sotto consiglio medico. Per una dose singola, premere l’erogatore una volta. Questa operazione può essere ripetuta ogni 2 ore, 3-5 volte al giorno. Septafar è controindicato nei bambini al di sotto dei 6 anni. Modo di somministrazione Prima del primo utilizzo di Septafar spray per mucosa orale, per ottenere una regolare erogazione, premere lo spray diverse volte. Se lo spray non è stato usato per molto tempo (almeno una settimana) premere l’erogatore una volta per ottenere una regolare erogazione.
| | Rimuovere il cappuccio di plastica prima dell’uso. |
| | Aprire bene la bocca, puntare il beccuccio dello spray verso la gola e premere l’erogatore 1-2 volte. Trattenere il respiro durante l’erogazione. |
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del medicinale vedere paragrafo 6.3.
AvvertenzeSeptafar non deve essere usato per più di 7 giorni. Se non si notano risultati apprezzabili dopo 3 giorni, consultare il medico. L’uso specie se prolungato di preparati per via topica può dar luogo a fenomeni di sensibilizzazione, nel qual caso occorre sospendere il trattamento ed istituire terapia idonea. Septafar non deve essere utilizzato insieme a composti anionici, come quelli presenti per esempio nei dentifrici, pertanto si raccomanda di non usare il prodotto immediatamente prima o dopo aver lavato i denti. Evitare il contatto diretto di Septafar spray per mucosa orale, soluzione con gli occhi. Il prodotto non deve essere inalato. Questo medicinale contiene piccole quantità di etanolo (alcool) inferiori a 100 mg per dose.
InterazioniSeptafar non deve essere usato contemporaneamente con altri antisettici.
Effetti indesiderati- Molto comune (≥1/10) - Comune (≥1/100, <1/10) - Non comune (≥1/1.000, <1/100) - Raro (≥1/10.000, <1/1.000) - Molto raro (<1/10.000), - Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Elenco tabulato delle reazioni avverse
| Raro | Molto raro | Non nota | |
| Disturbi del sistema immunitario | Reazioni anafilattiche, Reazione di ipersensibilità | ||
| Patologie del sistema nervoso | Bruciore di mucosa, Anestesia della mucosa orale | ||
| Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Broncospasmo | ||
| Patologie gastrointestinali | Irritazione della mucosa orale, Sensazione di bruciore alla bocca | ||
| Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Orticaria, Fotosensibilità |
SintomiL' intossicazione è attesa solo in caso di ingestione accidentale di elevate quantità di benzidamina (> 300 mg). I sintomi associati al sovradosaggio da ingestione di benzidamina sono principalmente di natura gastrointestinale ed a carico del sistema nervoso centrale. I sintomi gastrointestinali più frequenti sono nausea, vomito, dolore addominale e irritazione esofagea. I sintomi a carico del sistema nervoso centrale includono capogiro, allucinazioni, agitazione, ansia e irritabilità. In caso di sovradosaggio acuto è possibile effettuare solo un trattamento sintomatico. I pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione e devono ricevere un trattamento di supporto. Deve essere mantenuta un' adeguata idratazione. Segni e sintomi di intossicazione conseguenti all’ingestione di quantità rilevanti di cetilpiridinio cloruro comprendono nausea, vomito, dispnea, cianosi, asfissia, conseguenti a paralisi dei muscoli respiratori, depressione del SNC, ipotensione e coma. Nell’uomo la dose letale è di circa 1-3 grammi. Gestione Poiché non esiste un antidoto specifico, il trattamento di sovradosaggio acuto è puramente sintomatico.
Gravidanza e allattamentoGravidanza Non esistono o esistono limitate quantità di dati sull'utilizzo di benzidamina cloridrato e cloruro di cetilpiridinio in donne in gravidanza. Septafar non è raccomandato durante la gravidanza. Allattamento Non è noto se la benzidamina cloridrato/e i metaboliti sono escreti nel latte umano. Non può essere escluso un rischio per i neonati/infanti. Occorre decidere se interrompere l'allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con Septafar tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna